Gli agenti immobiliari stanno diventando una
categoria di diplomati e laureati; infatti i requisiti per essere
“mediatori” in Italia sono tre: possesso del titolo di studio
(diploma o laurea); frequenza obbligatoria di un corso teorico su temi di
diritto, urbanistica ed estimo, oltre al superamento di un esame presso le Camere
di Commercio.
Da un’analisi capillare effettuata sul territorio
ad opera di un Ente di Formazione specializzato, si evince che ogni 10
abilitati, 2 sono neofiti e cioè nuovi
soggetti che si affacciano al mercato immobiliare, i restanti 8 stanno già collaborando
in strutture organizzate come indipendenti o seguiti dai lori titolari, ed
intendono abilitarsi.
Va detto che la recente norma sui rigori dell’attività
abusiva, ha sollecitato molti soggetti a seguire il percorso di abilitazione,
nonostante l’impegno lavorativo ed il più delle volte quello famigliare, che riduce
il tempo a disposizione.
A questa situazione fanno fronte le nuove
tecnologie, che come per i grandi del web, si sono dimostrate efficaci nel
permettere la formazione a distanza, unico strumento utile per assolvere all’obbligo
normativo del requisito, e giungere preparati ad affrontare l’esame avanti alla
Commissione preposta.
Come sempre la Pubblica Amministrazione sottolinea
il distacco fra la società reale e quella disegnata dai “sapienti
burocrati”, che minaccia l’utilizzo della formazione FAD/E-learning per una categoria definita da
molti “intellettuale”, che trova la sua celebrazione pratica una
volta immessa sul mercato.
A tal proposito va fatto un distinguo tra le
professioni non regolamentate per le quali è necessario, utile ed
indispensabile una formazione in aula, e quelle invece che possono acquisire le
nozioni sugli istituti giuridici comodamente dal proprio computer, e in qualunque
momento della giornata.
A brave la Consulta Nazionale dell’Intermediazione
sarà chiamata ad un confronto la Regione Toscana, e precisamente con la Commissione
Regionale dei Soggetti Professionali, primo organismo pubblico a preoccuparsi
degli effetti che le Linee Guida del 25 luglio scorso possono provocare nel grande
mondo delle attività professionali non regolamentate.
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